Autore: Paolo

GrecAV

La 24 ore di Le Mans

Paolo Aprile 7, 2022

A qualcuno sarà certamente capitato di guardare almeno una volta in tv questa competizione automobilistica, anche se sono davvero pochi quelli che riescono a restare in piedi per tutta la sua durata; la 24 ore di Le Mans è infatti la più prestigiosa competizione di durata riservata a vetture di tipo Sport Prototipo e Gran Turismo, una gara che fa parte del calendario agonistico del Campionato del Mondo Endurance, organizzato e patrocinato dall’Automobile Club dell’Ouest (A.C.O.).

Nelle edizioni disputate tra il 1923 ed il 1970 erano soltanto due i piloti che si alternavano al volante di una stessa vettura, poi successivamente ne furono ammessi tre per la effettiva ‘durezza’ della gara; 24 ore di continuo guidando sempre al top sia di giorno che di notte non sono affatto una passeggiata, ed il livello di stress e tensione nervosa dei piloti viene portato davvero al limite. La gara, che si svolge sul circuito di La Sarthe, situato in prossimità della città francese di Le Mans, rappresenta ancora oggi un appuntamento imperdibile per il mondo delle corse, e l’Albo d’Oro di questa prestigiosa competizione vede in testa il pilota danese Tom Kristensen con ben 9 edizioni vinte, seguito dal tedesco Jacky Ickx con 6.

Il sogno di Martina e Sara

Paolo Settembre 23, 2021

Due inseparabili amiche di vecchia data, due amiche per la pelle di quelle che si conoscono sin dalla nascita e che sono cresciute insieme, Martina e Sara, entrambi toscane e davvero molto belle, raccontano oggi la loro bellissima storia iniziata tre anni fa e tuttavia in corso, una storia cominciata nel segno della speranza, della voglia di emergere, e conclusasi per loro nel migliore dei modi. Le due ragazze, entrambi studentesse alla facoltà di economia e commercio, avevano da sempre coltivato la passione per i motori e le auto da corsa, e da piccole avevano le loro stanze da letto letteralmente tappezzate con posters dei piloti più bravi e più fighi del mondo.

Le due inseparabili amiche hanno continuato a tenere nascosto nel cassetto il desiderio di poter un giorno incontrare uno dei loro beniamini, ed anche quello di respirare l’ambiente dei motori e delle corse, fino al punto di decidere un bel giorno di andare ad Imola a vedere dal vivo il Gran Premio di Imola e cercare in qualche modo di allacciare rapporti con qualcuno dell’ambiente, magari farsi notare proprio da qualche pilota. Così è stato, e da quel momento le loro vite sono completamente cambiate sotto ogni punto di vista, e le due ragazze, oggi trentenni, hanno così realizzato pienamente il sogno che entrambi custodivano gelosamente.

1970, la Land Rover lancia sul mercato la Range Rover

Paolo Giugno 15, 2021

Nel 1945, la famiglia di costruttori di treni Tata, nome di prestigio dell’imprenditoria indiana già conosciuto nel campo tessile più o meno dal 1870, decise di fare il suo ingresso anche nel settore automobilistico. I Tata, presenti dagli inizi del ventesimo secolo in quasi tutte le principali attività imprenditoriali in ambito mondiale, crearono grazie al suo fondatore Jamshedji Tata, ritenuto da tutti il vero padre dell’industria indiana, un grande gruppo industriale; tessile, siderurgico, elettrico, alberghiero, poco a poco il gruppo Tata abbracciò tutti i settori dell’industria.

Nel 1932 nacque la Tata Airlines, nel 1939 la Tata Chemicals, giusto per essere presenti anche nel settore aeronautico ed in quello chimico, e nel 1945 venne fondata la Tata Motors, nata inizialmente per produrre locomotive e componenti meccanici, per poi poco a poco orientare la sua produzione verso il settore dei trasporti in generale, in particolare quello delle automobili. Il gruppo Tata decise nel 1945 di acquisire, tanto per usare un termine ‘imprenditoriale’, la casa automobilistica inglese Jaguar Land Rover, specializzata nella produzione di veicoli fuoristrada e SUV (Sport Utility Vehicle), e nel 1970 vengono immatricolati i primi tre modelli della Range Rover, destinata a diventare un vero mito delle quattro ruote.

Il fascino inconfondibile del ‘maggiolino’

Paolo Marzo 10, 2021

Diciamoci pure la verità, chi di noi non ha mai desiderato almeno una volta nella vita possedere o anche soltanto guidare un bellissimo maggiolino Vokswagen? E’ una macchina troppo bella e caratteristica per non innamorarsene a prima vista, e le generazioni del periodo della Seconda Guerra Mondiale questo lo sanno perfettamente. Universalmente chiamatoscarabeo, il maggiolino Volkswagen ha ricevuto nel corso della sua lunga storia una serie di affettuosi appellativi a seconda del paese in cui circolava.

Lo chiamavano (e continuano tuttavia a farlo) beetle nel Regno Unito, escarabajo in Spagna, maggiolino in Italia, fusca in Brasile, e kafer in Germania, ma era sempre la Volkswagen Typ 1/113 M15, che prendeva invece il nome di maggiolone se costruito in versione Typ 1/1302 e 1303. Fu in assoluto il primo modello di macchina mai costruito dalla grande casa automobilistica tedesca, nonché ovviamente il più famoso al mondo, una eccellenza assoluta che segnò definitivamente l’inizio della rinascita economica ed industriale della Germania del secondo dopoguerra.

Guidare correttamente: cosa bisogna imparare?

Paolo Agosto 13, 2020

Giusto per introdurci nel mondo delle automobili e capire quali sono le cose più utili da sapere e da imparare per guidare in sicurezza ed avere la padronanza del veicolo che si conduce, e quali le regole basilari e le manovre più corrette da fare in situazioni di traffico urbano ed extraurbano, è utlie fare una piccola premessa: guidare correttamente non sempre vuol dire essere in possesso di grandi capacità tecniche alla guida di un’autovettura, questa è soltanto una delle qualità richieste, ma ne sono necessarie, come vedremo più avanti, anche altre.

Non servirebbe a nulla essere soltanto un mostro di tecnica e padronanza del veicolo e non possedere invece alcuna predisposizione a prevedere possibili situazioni di pericolo, oppure non riuscire a governare la vettura in situazioni di emergenza, o ancora non conoscere nulla sul motore e non essere capace di effettuare neppure un rabbocco d’olio. Fa tutto parte del ‘kit di dati ed informazioni di base’ per guidare correttamente, e noi oggi parleremo proprio di questo.

Subaru Impreza: supercar per competizioni rally

Paolo Giugno 11, 2020

Per circa 15 anni consecutivi dal 1993 al 2008, la Subaru Impreza, nelle varie versioni in cui il primo modello è stato presentato nel corso degli anni, ha senza dubbio recitato il ruolo di protagonista nel mondo del rally mondiale, sostituendo l’ormai vecchio e sfruttatissimo modello della Legacy RS, ormai in declino totale e già obsolèta. Fu proprio quando avversari durissimi come la Ford Cosworth o la Toyota Celica ST185 iniziarono a vincere sempre più gare che il Subaru World Rally Team si diede realmente conto di quanto stava accadendo; bisognava correre ai ripari, e subito!

Nel 1993 l’azienda automobilistica giapponese diede dunque incarico alla Prodrive di preparare ed allestire la nuova Subaru Impreza secondo i regolamenti dettati dal Gruppo A (categoria riservata ad auto provenienti da grande produzione in serie e riadattate per le corse rally); fu in questo modo che nacque la Subaru Impreza 555, chiamata così per semplici questioni di sponsor.

Debutto della Subaru Impreza 555

Il debutto della Subaru Impreza 555 avvenne nel rally di Finlandia del 1993, ed i piloti incaricati di tenere alta la bandiera della casa automobilistica giapponese erano i finlandesi Ari Vatanen e Markku Alèn, oltre all’asso scozzese Colin McRae. La Subaru scelse di far debuttare la neonata ‘Impreza 555’ a campionato già iniziato, sfruttando le gare che restavano per ultimare tutti i test necessari in vista della stagione successiva, e questa si rivelò una ottima strategia in prospettiva di un futuro assai competitivo.

Nel 1994 le buone prestazioni della 555 attirarono attenzione ed interesse da parte del pilota spagnolo Carlos Sainz, che venne subito contrattato dal team, che nel frattempo aveva già confermato McRae per la stagione in procinto di iniziare. La prima sospirata ed attesissima vittoria giunse nell’Acropolis Rally corso in Grecia, poi una grandissima stagione di lotte e sorpassi con la Toyota Celica di Didier Auriol, dalla quale purtroppo alla fine Sainz venne fuori sconfitto, ma a testa alta, anzi altissima.

Primi successi della Subaru Impreza 555

Nel 1995 la stagione di competizioni fu davvero avvincente, ed entrambi i piloti simbolo della Subaru, cioè i riconfermati Sainz e McRae, lottarono per il titolo mondiale, conquistato alla fine per un pelo dal pilota scozzese che riuscì a battere lo spagnolo davvero in extremis; totalizzando 5 vittorie su 8 gare, e tenendo conto anche dei rispettivi piazzamenti in zona punti, il 1995 fu anche l’anno del primo ‘titolo costruttori’ per la Subaru, forse anche a causa di una pesante squalifica appioppata alla Toyota.

Nel 1996 ancora una ventata di novità all’interno del team Subaru: Sainz lascia la scuderia ed abbraccia i colori della Ford, mentre l’italiano Piero Liatti e lo svedese Kenneth Eriksson affiancano McRae nella nuova formazione. Nonostante le 3 vittorie stagionali di Colin McRae, non si riuscì a vincere il titolo a causa di altrettanti incidenti nei quali lo scozzese incappò, e fu un altro finlandese, Tommy Makinen su Mitsubishi, ad approfittare della situazione ed alzare la coppa al cielo; nonostante ciò la Subaru riuscì comunque a portare a casa per il secondo anno consecutivo il ‘titolo costruttori’.

La Subaru Impreza WRC97

Nel 1997 furono cambiati alcuni dettagli tecnici all’interno del regolamento ufficiale, cosa che fu colta dalla scuderia nipponica come una palla al balzo per progettare e creare il suo nuovo modello: la Subaru WRC97 (chiamata anche ‘modello 22 B’). La nuova vettura fu concepita su una linea più ‘coupè’ già costruita in precedenza a tiratura limitata, e messa a punto secondo le nuove norme.

Conservando lo stesso team di piloti, e cioè McRae, Eriksson e Liatti (quest’ultimo specialista su tracciati in asfalto), la Subaru riuscì a vincere per il terzo anno consecutivo il ‘titolo costruttori’ ma non quello ‘piloti’, avendo McRae incassato al fotofinish un’altra pesante sconfitta da Tommy Makinen. Il 1998 ed il 1999 non portarono altro che piazzamenti al secondo e terzo posto, ormai costantemente alle spalle di Toyota e Mitsubishi e, con il 2000 ormai alle porte, in Subaru già si pensa a costruire un nuovo modello più competitivo.

Ultime stagioni di corse e definitivo ritiro

Subaru Impreza P2000 rappresentò un’ulteriore evoluzione della WRC97, un nuovo prototipo in cui componenti ed i materiali utilizzati erano già proiettati verso futuri sviluppi ed ‘aggiornamenti’; il britannico Richard Burns ed il finlandese Juha Kankkunen, che nel frattempo sostituirono McRae e Liatti come piloti titolari, si batterono benissimo durante tutta la stagione, in cui Burns perse il titolo soltanto all’ultima gara contro Marcus Gronholm e la sua Peugeot 206 WRC.

Nel 2001 la Subaru scelse di schierare 4 vetture nella griglia di partenza del mondiale rally, con al volante il riconfermato Burns e tre importanti nuovi arrivi dal mercato piloti: Peter Solberg, Markko Martin e Toshiro Arai.
Vittoria! Richard Burns vinse il mondiale piloti 2001, per poi trasferirsi anche lui alla Ford l’anno dopo.

Tra il 2002 ed il 2008, anno del definitivo ritiro dal mondo delle corse dopo 16 anni di lunga ed applaudita attività, si susseguirono nell’ordine altri 5 modelli di Subaru Impreza WRC, ognuno con la rispettiva sigla dell’anno in corso, e molti altri piloti, tra cui anche quel Tommy Makinen che più volte aveva regalato brutte sorprese alla scuderia nipponica; a parte il mondiale piloti vinto da Peter Solberg nel 2003, Subaru giunse al suo ritiro nel 2008 senza poter vantare ulteriori titoli di prestigio.

L’uso della bicicletta sempre più esteso. Ci avviciniamo al fenomeno della città senza auto.

Paolo Novembre 19, 2019

Sebbene in molte città questo accada da decenni, la furia delle biciclette si sta diffon dendo negli ultimi tempi in tutta Europa. Sempre più persone decidono di mettere da parte le auto, O per economia, per consapevolezza ambientale o per pura stanchezza di guida, e preferisco rimontare su due ruote per muoverti in città. La bicicletta è un veicolo completamente pulito, economico e molto versatile, che ci consente di raggiungere praticamente ovunque grazie alle speciali corsie che sono state sviluppate nelle città negli ultimi anni , il che è molto più facile “parcheggiare” e ciò ci consente anche di esercitare mentre ci muoviamo.

Sono tutti vantaggi e molti stanno già realizzando che la bicicletta può essere il vero veicolo del futuro , al di là delle auto elettroniche di cui si parla così tanto. Recuperare lo spirito adolescenziale o giovanile di andare in qualsiasi luogo montato in bicicletta rende la città molto più pulita, più ecologica e favorisce non solo il resto dei cittadini nella loro salute generale, ma anche il traffico stesso, decongestionandolo molto. Da Bruges ad Amsterdam, passando per Bilbao o Firenze, ci sono molte città che hanno fatto avanzare questa “rivoluzione”, che ora si estende al resto delle grandi capitali europee e che ha molti altri segni di raggiungimento fino a quando le istituzioni osano sostenerlo.

Il prezzo delle stelle porno come Valentina Nappi

Paolo Settembre 29, 2018

L’idea che “abbiamo tutti un prezzo” è quello che Ana pensa alla prostituzione, un russo di 20 anni che ho incontrato a Barcellona e la cui soglia economica è di circa 300 euro all’ora. Ana ha studiato matematica a Mosca e ora vuole fare un master, ma nel frattempo ciò che guadagna in un’ora come una compagnia ragazza non lo guadagna né detta 20 ore di lezioni private di equazioni differenziali.

In qualche modo Ana, con il suo potenziale e atteggiamento, mi ricorda delle figure pornografiche importanti come Valentina Nappi, che oltre ad essere noto per la sua acrobazia sessuale è anche conosciuta come “attrice pornografica” per avere una carriera accademica o Sasha Gray, vincitore della migliore scena del sesso anale per il film Anale Cavity Search 6 ai premi AVN e fervente lettore della filosofia esistenziale, e anche escorts monterrey.

Migliora la tua estetica con le creme rassodanti per il corpo

Paolo Aprile 11, 2018

Il tempo passa, e la pelle cambia gradualmente da un colore radioso e una sensazione di un terzo pelo alla secchezza e alla perdita di tonicità, tutto questo è inevitabile, ma può essere ritardato? Sì, attraverso una buona dieta, uno stile di vita sano, evitando lo stress e una buona attività fisica.

C’è qualcos’altro che si può fare? E ancora una volta la risposta è sì, si può sempre andare un po ‘oltre, e come? Con l’aiuto di creme rassodanti per il corpo specializzate nel mantenere il derma con la sua naturale elasticità e brillantezza. C’è un ampio elenco di questi tipi di creme, alcuni dei quali sono migliori di altri, quindi lo scopo di questo articolo è quello di rendere il meglio di questo elenco conosciuto.

Non abusare del corpo con diete miracolose

Paolo Aprile 11, 2018

In inverno, molte regioni del mondo iniziano a fare freddo, costringendo le persone a indossare abiti che coprono e proteggono la pelle, il che, insieme all’enorme quantità di calorie consumate durante le vacanze di fine anno, lascia il corpo di molti con più chili di quelli che normalmente dovrebbero avere.

Naturalmente, questo non si nota fino al momento in cui il caldo costringe a un cambio di cappotto per i vestiti più aperti, che lascia il risultato di un inverno trascurato all’aperto. Molte persone disperatamente iniziare la dieta del bikini poco prima dell’estate, questo può dare cattivi risultati in alcune persone, quindi quando iniziare la dieta?

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